sabato 25 febbraio 2012

VERSO IL ROVESCIAMENTO ACRATICO DELLE MALATTIE MENTALI


Parlando di malattie mentali, il discorso gira sempre intorno a due presupposti: esiste una norma, ed esistono dei deficit. Sulla debolezza del concetto di norma è quasi inutile soffermarci: essa è il modello a cui il Sistema ci vorrebbe omologati, per potersi servire di noi. Rinunciate ad essere, assomigliatevi, siate NORMALI: un popolo di automi è sempre facile da gestire, per questo l'appiattimento delle persone è sempre favorito, a discapito del loro arricchimento.
A rafforzare un concetto debole come quello della norma arriva il deficit: lo psichiatra si vanta infatti di aver trovato il metro della persona, e prescrive prelibati psicofarmaci a tutti coloro che non rientrano in determinate "misure".
La fragilità di questi presupposti, che lo psichiatra non ha mai messo in discussione, può permettere di comprendere facilmente il marciume di ogni teoria che ha avuto fondamenta in essi. Per questo motivo c'è bisogno di una nuova terminologia che rispecchi la realtà, perchè di teorie dannose e campate in aria ne abbiamo davvero subite troppe. Quelli che oggi sono chiamati "malati di mente", altro non sono che persone ritenute poco funzionali per la società. Come possiamo notare, la persona viene misurata e valutata in relazione alla sua efficienza lavorativa; il Culto del Lavoro è sempre dietro l'angolo quando si commettono i peggiori crimini. Queste persone provano gli stessi sentimenti di tutti gli altri, ma il loro modo di relazionarsi ai contesti e all'altra gente è troppo personale e poco standardizzato per essere accettato. Lo stato premia la norma, il mondo è a misura di normodotato: chi vive la propria individualità in modo alternativo viene "corretto", represso ed emarginato.
Al contrario, coloro che vivono la propria vita disfandosi di ogni volontà propria, che non hanno mai messo in discussione una delle regole o delle usanze a loro imposte, coloro che non hanno più un'identità oltre a quella che è stata offerta loro durante anni e anni di Istruzione e Lavoro, essi sono premiati ed elevati a modelli sociali. Nella società acratica mavvista, queste persone dovranno seguire un programma di riabilitazione speciale, poichè la funzionalità sociale/lavorativa non sarà mai importante quanto l'essere funzionali alla propria individualità – e loro non ne sono più capaci da tempo.

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