mercoledì 31 dicembre 2014

"Marinetti 70. Sintesi della critica futurista" (a cura di Antonio Saccoccio e Roberto Guerra - Armando editore)

In occasione dei settant’anni dalla morte di F.T. Marinetti, è uscito in questi giorni per i tipi di Armando editore Marinetti 70. Sintesi della critica futurista, raccolta di saggi, articoli e interviste curata da Antonio Saccoccio e Roberto Guerra.
Il fondatore del Futurismo continua a essere una delle figure più discusse e controverse della cultura italiana. In questa pubblicazione alcuni tra i maggiori studiosi viventi dell’artista esplorano aspetti fondamentali della sua opera: il culto della modernità, le ricerche poetiche e parolibere, i rapporti con la politica (nazionalismo, socialismo, anarchismo, fascismo), l’influenza sulle avanguardie europee, l’attualità delle sue intuizioni nel XXI secolo.

All’interno del volume contributi critici di: Gino Agnese, Giovanni Antonucci, Francesca Barbi Marinetti, Günter Berghaus, Pierfranco Bruni, Riccardo Campa, Giancarlo Carpi, Patrizio Ceccagnoli, Simona Cigliana, Vitaldo Conte, Enrico Crispolti, Giorgio Di Genova, Massimo Duranti, Roberto Guerra, Giordano Bruno Guerri, Miroslava Hajek, Massimo Prampolini, Antonio Saccoccio, Luigi Tallarico, Paolo Valesio.

Il volume è inserito nella collana "Avanguardia 21".


TITOLO: Marinetti 70. Sintesi della critica futurista
CURATORI: Antonio Saccoccio, Roberto Guerra
EDITORE:  Armando
COLLANA: Avanguardia 21 (a cura di A. Saccoccio)
PAGINE: 128
ISBN: 978-88-6677-882-0


Antonio Saccoccio. Teorico e attivista nel campo delle avanguardie, si occupa da un decennio di Futurismo e culture digitali. Collabora con l’Università “Tor Vergata” di Roma.

Roberto Guerra. Poeta e attivista futurista, negli anni Ottanta ha collaborato con la rivista «Futurismo Oggi». Ha già pubblicato con Armando “Futurismo per la nuova umanità” (2012).

domenica 14 dicembre 2014

goodness rossi - International Spam Art

Ciao, 
Il mio nome è la bontà 
Ho visto il tuo profilo oggi su facebook e ottenere interessati a conoscere te, perché si guarda molto bello nel tuo profilo, qui è il mio indirizzo di posta elettronica (goodnessrossi55@hotmail.com) vi prego di inviarmi una e-mail in modo che io ti mando le mie foto e raccontare di più su me stesso. mail me a (goodnessrossi55@hotmail.com) 
Ricordate la distanza, il colore, la religione o tribù non importa, ma amore questioni molto. 
baciare il mio caro amore 
bontà.

giovedì 11 dicembre 2014

Futur Pax promo Centenario della Grande Guerra futurista






*Per la memoria dei grandi Umberto Boccioni e Sant’Elia

 

Nel coro del centenario della prima guerra mondiale, la Grande Guerra 15-18 (poi convenzionalmente storicizzata 1914-1918, da cui l’anniversario inizia nel 2014), non poteva mancare una voce futurista.  Marinetti  e il futurismo, interventisti dichiarati e anche al fronte  con, poi, il gravissimo tributo della perdita di due dei più immensi: ovvero Umberto Boccioni e Antonio Sant’Elia. Contrariamente al passatismo superstizioso, con i Se si fa anche la storia, a volte “episodi” laterali quasi spiegano la Teoria delle Stringhe – fisica contemporanea… non fantascienza… (quasi si genera un altro futuro in ipotetici universi paralleli o multi versi). Con Sant’Elia e Boccioni, ancora nel fiore e il cuore degli anni il Generale (direbbe Baj) Marinetti perse  metà del suo Vertice d’Avanguardia “militare” per il Futurismo, la storia del Futurismo sarebbe stata diversa e probabilmente con assai meno complicazioni ben note.  La casa editrice underground La Carmelina (Ferrara-Roma) ha colmato brevemente (La Grande Guerra Futurista. World War I 1915-18….eBook)  la lacuna storica in certe celebrazioni ricordi attuali, con un ipotetico punto di vista futurista 100 anni dopo, con il senno di poi anche, integrato, in sguardi psicostorici e futuribili, non ideologici, molteplici e plurali anche non strettamente futuristi.  Nel volume digitale anche uno Special sull’eroe trasvolatore Italo Balbo, sorta di Neil Armstrong dei tempi, come noto anche lui futuristicamente supposto ambiguo.  A cura del neofuturista Roberto Guerra, prefazioni di Graziano Cecchini (artista futurista) , Sandro Giovannini (Poeta-Filosofo) , Paolo Melandri (Scrittore – Musicologo) , Vitaldo Conte (Critico d’arte e scrittore) e Antonio Saccoccio (netfuturista e ricercatore digitale- da cui dopo un estratto significativo e sintetico del senso del Futurismo anche interventista), l'ebook include i seguenti altri autori (oltre 20 da tutta Italia) , tra fisici, ricercatori aerospaziali e futurologi (Vatinno, Russo, Casalino, Vaj), sociologi  e filosofi (Manias, , Siniscalco, Scorza, Venturini, Sgroj) artisti (Fiore, Calselli, Daco, Pignalosa), scrittori (Ferrante, Pinna, Melandri, Roversi, Tani), politologi (Barbieri, Ferretti, Guglielmini, Giardini) Oltre a  altri nomi spesso noti del panorama culturale e sociopolitico italiano, tra artisti, scrittori, sociologi, filosofi, ricercatori aerospaziali e futurologi.  Per i futuristi, in tempo reale, la prima guerra mondiale fu una macchina rivoluzionaria (nel bene  e nel male) per innestare in Italia e nella cultura, in grave all’epoca default spirituale e sociopolitico, i memi del futuro e del futurismo e dell’avanguardia come nuovi paradigmi.  Come già sollecitarono in tempo reale, Freud e Einstein con una celebre corrispondenza storica. Come direbbe Jung, siccome la guerra era ed è un archetipo, il più potente in senso collettivo, quest’ultimo quando appare sulla scienza storica, resta ambivalente e non spezzettabile come un atomo (all’epoca impossibile…):  e  il futuro rinascimento necessariamente attraversa tale complessa dinamica e … dopo la fatale Distruzione.
Soltanto nel secondo novecento, la Future Pax, non è più un miraggio ma  utopia desiderabile, possibile, al di là di certa ammirevole ma ingenua retorica del Pacifismo dominante e culturalmente corretto. Future Pax che presuppone visioni appunto di etica e estetica della conoscenza, oggi – 100 anni di evoluzione sociale, male o bene, possibili, ma ancora nuovi memi da innestare compiutamente nelle sfere politiche, geopolitiche e psicosociali, anni luce in ritardo rispetto al Mondo Nuovo possibile, biofilo e creativo, dopo la scienza, la tecnologia e le avanguardie culturali. Esattamente quel che promuove il futurismo contemporaneo, anche senza  Ismo.  Oggi siamo NOI, i nuovi Umanisti!

*Il testo di A. Saccoccio (estratto)

Qualche annotazione sul patriottismo marinettiano

……Nel 1918 Marinetti scrive un Manifesto del partito futurista italiano,
questa volta piuttosto strutturato, anche se la scrittura per punti tipica dei manifesti non viene rinnegata. I punti dedicati all’italianismo appaiono ridimensionati, ma nuovamente sono posti in testa al documento.
1. Il partito politico futurista che noi fondiamo oggi vuole una Italia libera forte, non più sottomessa al suo grande Passato, al forestiero troppo amato e ai preti troppo tollerati: una Italia fuori tutela, assolutamente padrona di tute le sue energie e tesa verso il suo grande avvenire.
2. L'Italia, unico sovrano. Nazionalismo rivoluzionario per la libertà, il benessere, il miglioramento fisico e intellettuale, la forza, il progresso, la grandezza e l'orgoglio di tutto il popolo italiano.
3. Educazione patriottica del proletariato. […] scuole di coraggio e d’Italianità. È notevole, in questo manifesto, non solo l’audace definizione «nazionalismo rivoluzionario», ma
anche l’aver eliminato in quell’espressione iniziale «Italia libera e forte» lacontrapposizione tra Italia e libertà che aveva caratterizzato il forse troppo provocatorio proclama del 1913 («La parola ITALIA deve dominare sulla parola LIBERTÀ»). Manca inoltre quell’idea di espansione nazionale che era presente nei manifesti precedenti.
Concludiamo questa rassegna delle posizione relative all’italianismo marinettiano con il testo probabilmente più completo e significativo sull’argomento. Non a caso si tratta non di un manifesto, ma di un saggio: Democrazia futurista. Nel paragrafo intitolato Patriottismo futurista, ripreso con alcune lievi modifiche nel successivo saggio Al di là del comunismo, Marinetti spiega la sua idea di patria….. (…..)

Per Marinetti la patria è il prolungamento dell’individuo e del suo sforzo di miglioramento. Non solo. La patria è qualcosa che unisce gli uomini in una vasta solidarietà di comuni interessi. L’idea di patria non ha nulla a che vedere con la «retorica greco-romana». L’idea di patria è generosa, mentre quella di famiglia rappresenta l’egoismo. Ma un’ultima frase è forse quella più significativa per il tema che stiamo sviluppando:
Non si può abolire l'idea di patria se non rifugiandosi in un egoismo assenteista. Dire per esempio: io non sono italiano, sono cittadino del mondo, equivale a dire: m'infischio dell'Italia, dell'Europa, dell'Umanità: penso a me».
Il cosmopolitismo è condannato da Marinetti perché equivale all’egoismo. Chi non si preoccupa della patria, non si preoccupa dell’umanità.  


**Promo Antonio Fiore Ufagrà tribute

giovedì 4 dicembre 2014

La poesia é finita

Basta andare in una qualsiasi libreria per vederla relegata a qualche scaffale ben occultato. La poesia è morta e sepolta. Non entusiasma, non interessa, non vende
ED È GIUSTO COSÌ
perché non è stata in grado di rinnovarsi e adattarsi alle esigenze delle ultime generazioni.
E' una questione di linguaggi. I versi sono un linguaggio morto, assolutamente inadatto al nostro contesto. Qualcuno ha realmente bisogno di nuovi poeti? Nah.
La poesia ha perso ogni motivo d'esistere, sorpassata e ridicolizzata prima dal linguaggio pubblicitario, poi dal linguaggio della rete. Quindi
la nuova poesia non sarà poesia
o più semplicemente
la poesia non sarà

sabato 29 novembre 2014

La società dello spettacolo di Guy Debord e la critica rivoluzionaria (Michele Nobile)

L’inattualità della Società dello spettacolo, nel mondo falso in cui è verificata

A rileggerla oggi, vien da pensare che la Società dello spettacolo di Guy Debord sia di straordinaria inattualità: ma proprio perché, da quel lontano 1967, il processo storico di spettacolarizzazione della società è ora giunto a compimento.
Nel discorso contemporaneo i termini spettacolo e spettacolarizzazione ricorrono frequentemente: ad esempio, non sono rare espressioni come politica-spettacolo e spettacolarizzazione della politica; il termine americanizzazione li implica entrambi, essendo erroneamente considerati gli Stati Uniti come patria dello spettacolo (come si vedrà, invece, i partiti operai europei hanno svolto un ruolo di primo piano nella formazione della società dello spettacolo); è una banalità sottolineare l’importanza, ai fini del successo, dell’immagine degli individui, sia comuni spettatori che pubblici attori. Ed è un fatto che, quale sia il campo nel quale sono state fatte emergere, le vedette dello spettacolo possono trascorrere tranquillamente dal commento sportivo alla discussione di bioetica, dalla dietetica alla politica internazionale. Altamente spettacolari sono le grandi mostre itineranti, che rappresentano l’imbalsamazione commerciale dell’arte, e massimamente spettacolare fu l’attacco terroristico alle torri gemelle: a dimostrare che perfino i nostalgici dell’Umma medievale hanno fatto propria la spettacolarità quale dimensione essenziale della politica postmoderna e postdemocratica. Logica postmodernista nell’uso dei mezzi comunicativi - e distruttivi - e neomedievalismo integralista possono fondersi nell’azione e nella falsa coscienza spettacolare. La società dell’immagine e degli eventi spettacolari è messa in scena da un insieme di apparati vastissimo e diversificato.
Dunque, riconsiderando sia la realtà dello spettacolo della società contemporanea, sia l’enorme diffusione della varia letteratura intorno all’immagine e allo spettacolo, ci si può sentire autorizzati a considerare la Società dello spettacolo come uno dei testi di maggior successo dell’ultimo mezzo secolo: se non come copie vendute, almeno per influenza sull’intellettualità postmoderna. Tuttavia, penso si tratti di un’influenza mediata e indiretta: in sostanza, una banalizzazione che si limita a vedere solo la superficie dei fenomeni della spettacolarizzazione.  
L’analisi di Debord permette di dare un senso storico sia alle trasformazioni strutturali sia alle rielaborazioni ideologiche omogenee all’ordine esistente, quali si sono dispiegate tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo. La Società dello spettacolo delinea le caratteristiche principali e la ragion d’essere dell’atmosfera sociale, politica, culturale e, perfino!, economica a noi contemporanea. E appare inattuale perché, portato a compimento il processo di spettacolarizzazione della società e, vivendo noi dentro questa atmosfera, è difficile distanziarsene e prenderne coscienza. Il perfezionamento postmoderno della società dello spettacolo comporta il trionfo della tesi della fine delle ideologie ma con la differenza, rispetto alle aspettative degli anni ’60, che il trionfo è tale perché è sopravvissuta un’unica visione ideologica del mondo o, meglio, abbiamo «una Weltanschauung divenuta effettiva, materialmente tradotta. Si tratta di una visione del mondo che si è oggettivata» (tesi 5, La società dello spettacolo, introduzione e cura di Pasquale Stanziale, Massari editore, Bolsena 2002, p.44. D’ora in poi l’indicazione delle pagine si riferisce a questa edizione). Che è, appunto, la società dello spettacolo come fatto sociale totale e totalizzante. In tempi più recenti la tesi della fine delle ideologie è stata riproposta con l’idea della fine della storia, postulando la società capitalistica e liberaldemocratica quale l’unico orizzonte oramai disponibile all’umanità. La risposta che diede allora Debord si attaglia perfettamente all’atmosfera mentale postmoderna:

«Quando l'ideologia, che è la volontà astratta dell'universale e la sua illusione, si trova legittimata dall'astrazione universale e dall'effettiva dittatura dell'illusione nella società moderna, essa non è più la lotta volontaristica del parcellare, ma il suo trionfo» (tesi 213).

Non si tratta qui del «pensiero unico neoliberista». Il pensiero dei politici e le strategie messe in atto dalle grandi società transnazionali non si riducono ad un’unica forma: sono piuttosto elastici, pragmatici, sono liberisti e mercantilisti secondo la convenienza e i bersagli. Lo spettacolo può essere una intera società perché è un periodo storico, in tutte le sue molteplici articolazioni e divisioni, nel suo insieme e nella sua complessità. Nel senso di Debord lo spettacolo non è il settore specifico della cosiddetta comunicazione di massa, né il prodotto spontaneo dell’evoluzione tecnologica, né uno stile: «lo spettacolo, compreso nella sua totalità, è nello stesso tempo il risultato e il progetto del modo di produzione esistente (…) costituisce il modello presente della vita socialmente dominante»; «è il momento storico che ci contiene» (tesi 6 e 11, pp. 44 e 46).
Tuttavia, coloro che ragionano dello spettacolo e dell’immagine sono per lo più irretiti nel suo stesso gioco e ne sono essi stessi agenti: si limitano a un discorso, più o meno critico, su quel che è relativo allo spettacolo come settore specifico e come apparenza fenomenica. In tal caso, la critica è moralistica, rimane limitata agli eccessi della spettacolarizzazione, magari auspica un ritorno ai buoni vecchi tempi, quando lo spettacolare era meno pervasivo, la riscoperta degli antichi valori - come se non avessero, a loro tempo, legittimato il medesimo ordine sociale che ora li scarta o li proclama per fini particolari - comportamenti più sobri, ma non coglie il senso profondo della centralità odierna dell’immagine e dello spettacolo come forma del rapporto sociale. 

* Questo paragrafo è parte di un saggio di prossima pubblicazione in occasione del XX anniversario della morte di Guy Debord

venerdì 14 novembre 2014

"Vorrei... Fare un film" (Kapitan Mikonos + DadA + NoE' + MaV + NeF + EssO)

Gioiello oltre-artistico questo "Vorrei... Fare un film" di Kapitan Mikonos (alias Marco Rizzo). Da uno che dichiara subito "non mi sento più un artista, forse non sono mai stato un artista", cosa aspettarsi se non una purissima velenosissima orgia sonora della contro-arte-vaporizzata? Esplorazione rumoristica parascientifica sulla storia umana tra teorie e cazzate varie. DadA + NoE' + MaV + NeF + EssO = di che stavamo parlandoooooooo?

Vorrei... Fare un film



Prodotto da
Kapitan Mikonos e Benedetto Fanna

Direzione video
Kapitan Mikonos

Montaggio
Roberto Dogustan

Music, Written, Produced, Arranged/Composed and Performed by
Kapitan Mikonos



** dal minuto 35.50 a 36.50: TRIO DADA-MAV in ODE AL RUMORE **

lunedì 20 ottobre 2014

“Le poetiche del riso”, convegno internazionale a Praga (22-24 ottobre 2014)

In occasione del quarantesimo anniversario della morte di Aldo Palazzeschi e della XIV edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo che anche quest’anno si svolge con l´Alto Patronato del Signor Presidente della Repubblica Italiana, l’Istituto Italiano di Cultura di Praga annuncia il convegno internazionale “Le poetiche del riso”, in programma dal 22 al 24 ottobre presso la Cappella barocca e la Sala conferenze dell’Istituto stesso, Vlašská 34 e Šporkova 14, Praga.

Il convegno sarà dedicato alla riflessione sul riso come mezzo espressivo ed elemento interpretativo del milieu storico-culturale del primo Novecento.  L’attenzione sarà focalizzata sugli autori italiani che hanno elaborato una personale poetica del riso avvalendosi dell’ironia, della comicità, dell’umorismo e del grottesco quali strumenti di espressione artistica.

Organizza il Dipartimento di Italianistica dell’Istituto di Studi Romanzi della Facoltà di Lettere dell’Università Carlo IV di Praga in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Praga. Lingua di lavoro l’italiano. Ingresso libero.



Convegno Internazionale organizzato dal
Dipartimento di Italianistica dell’Istituto di Studi Romanzi, Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Carlo IV di Praga in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Praga

LE POETICHE DEL RISO

Ironia, comicità, umorismo e grottesco nella letteratura e drammaturgia italiana del primo Novecento

22-24 ottobre 2014
presso la sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga - via Šporkova 14, Praha 1

Programma
22 ottobre 2014

10.00 – 10.45 Gino Tellini (Università degli Studi di Firenze)
Il riso dolente del «saltimbanco dell’anima»
11.00 – 11.25 Antonio Saccoccio (Università degli Studi di Roma Tor Vergata)
Il lato Dada del Futurismo: risata e dissacrazione nell’avanguardia fondata da Marinetti
11.25 – 11.50 Antonio Saccone (Università degli Studi Federico II, Napoli)
“Morte ai morti” ovvero “Accidenti alla serietà”: Papini tra Marinetti e Palazzeschi
11.50 – 12.15 Jiří Pelán (Univerzita Karlova v Praze)
Risate di Luciano Folgore
12.15 – 12.40 Gian Luca Picconi (Istituto Comprensivo “Sanremo Levante” di Sanremo) Esiste una poesia comica novecentesca? Materiali per uno studio del comico in poesia nel primo Novecento

14.00 – 14.25 Jolanta Dygul (Uniwersytet Warszawski)
Il primo Eduardo De Filippo
14.25 – 14.50 Antonella Di Nallo (Università degli Studi “G. d’Annunzio”, Chieti-Pescara)
Le smorfie tristi e le smorfie gaie di Roberto Bracco
14.50 – 15.15 Antonela Pivac (Sveučilište u Splitu)
Realismo magico e scenari atipici di Luigi Antonelli in ottica protonovecentesca
15.15 – 15.40 Paolo Puppa (Università Ca’Foscari di Venezia)
Morir dal ridere e ridere della morte nella scena italiana del primo Novecento
16.30 – 16.55 Joanna Szymanowska (Uniwersytet Warszawski)
La transcodificazione comico-umoristica del fantastico ottocentesco nelle novelle pirandelliane
16.55 – 17.20 Dušica Todorović (Universitět u Beogradu)
Utopia del riso e pragmatica del paradosso. A proposito di una possibilità del riso pirandelliano.
17.20 – 17.45 Roberta Colombi (Università degli Studi Roma Tre)
I segni del trauma e le strategie umoristiche nelle novelle di Pirandello.
17.45 – 18.10 Alessandro Marini (Univerzita Palackého v Olomouci)
Ridere per disperazione, ridere per cattiveria. Tu ridi di Luigi Pirandello, tra letteratura e cinema.



23 ottobre 2014

09.00 – 09.25 Rosina Martucci (Università degli Studi di Salerno)
Carlo Dossi, le Note Azzurre e la poetica dell’umorismo
09.25 – 09.50 Luisa Bertolini (Liceo Classico “Giosuè Carducci” di Bolzano)
La filosofia dell’umorismo di Carlo Dossi
09.50 – 10.15 Laura Parola (Università degli Studi di Milano)
Polli, galli e galline nel cortile di Carlo Emilio Gadda
10.15 – 10.40 Marco Carmello (Universidad Complutense de Madrid)
Komos, o il riso ermeneutico di Carlo Emilio Gadda
09.00 – 09.25 Antonella Del Gatto (Università degli Studi “G. d’Annunzio”, Chieti-Pescara)
Il riso e il silenzio: (in)comunicabilità umoristica da Pirandello a De Filippo
09.25 – 09.50 Ilona Fried (Loránd Eötvös Tudományegyetem, Budapest)
La vita teatrale come finzione. Ironia, comicità, tragi-grottesco (o tragico) nella vita teatrale
ai tempi del fascismo
09.50 – 10.15 Tereza Siegová (Karlova Univerzita v Praze)
Le varie forme del riso nel Quando si è qualcuno di Luigi Pirandello
10.15 – 10.40 Gabriele La Rosa (Uniwersytet Wrocławski)
La ricezione del riso nella critica delle commedie di Pirandello del primo dopoguerra in Italia e in
Polonia

11.30 – 11.55 Sarah Zappulla-Muscarà (Università degli Studi di Catania)
Il sottilmente umoristico viaggio autunnale di Brancati e di Patti
11.55 – 12.20 Gabriella Valente (Università degli Studi di Roma Tor Vergata)
L’umorismo è il più eminente meccanismo di difesa: Timor sacro di Stefano Pirandello
12.20 – 12.45 Felice Rappazzo (Università degli Studi di Catania)
La struttura «scomposta» dei Quaderni di Serafino Gubbio operatore
11.30 – 11.55 Novella Di Nunzio (Vilniaus Universitetas)
La lingua giocosa: umorismo morfologico e sintattico nell’opera di Tommaso Landolfi
11.55 – 12.20 Stefania Sini (Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro, Vercelli)
Il riso «carnevalesco» di Tommaso Landolfi
12.20 – 12.45 Marie-José Tramuta (Université de Caen, Basse-Normandie)
Alberto Savinio ovvero il riso di Mercurio

14.00 – 14.25 Alessandra Sorrentino (Ludwig-Maximilians-Universität, München)
L’umorismo pirandelliano come vera e propria pratica della decostruzione
14.25 – 14.50 Giuseppina Spampanato (Università degli Studi di Napoli Federico II)
Risate pirandelliane come meccanismi del disvelamento
14.50 – 15.15 Michela Rusi (Università Ca’Foscari di Venezia)
Ridere e deridere: forme del riso nella scrittura di Svevo
15.15 – 15.40 Srećko Jurišić (Sveučilište u Splitu)
L’insospettabile riso dannunziano
14.00 – 14.25 Maria Celeste Tommasello Ramos (Universidade Estadual Paulista “Júlio de Mesquita Filho”, São Paulo)
La presa di coscienza e il pessimismo attraverso l’ironia in La coscienza di Zeno di Italo Svevo e
Memorie postume di Bras Cubas di Machado de Assis
14.25 – 14.50 Maria Teresa Nunes Sánches (Universidade Estadual Paulista “Júlio de Mesquita Filho”, CAPES, São Paulo)
Storia, mito, parodia e ironia in Una vita, Senilità e La coscienza di Zeno di Italo Svevo
14.50 – 15.15 Sonia Trovato (Università degli Studi di Verona)
Giolona e le altre. Rovesciamento e parodia della donna-angelo nei romanzi di Italo Svevo
15.15 – 15.40 Walter Geerts (Universiteit Antwerpen)
I Racconti di Svevo o il riso ben temperato

16.30 – 16.55 Silvia Acocella (Università degli Studi di Napoli Federico II)
Alterazioni di una bocca che ride: dall’umorismo scisso di Theodor Lipps alla risata dianoetica di
Pirandello
16.55 – 17.20 Maria Luisa Pani (Università degli Studi di Cagliari)
L’antico e il moderno, il comico e l’umorismo, Leopardi e Pirandello a confronto
17.20 – 17.45 Fausto De Michele (Karl-Franzens-Universität Graz)
Il risus interruptus e le dinamiche dell’umorismo. Jean Paul e Pirandello.
16.30 – 16.55 Anna Pozzi (Università degli Studi di Roma Tor Vergata)
Dino Buzzati e la serietà dell’ironia
16.55 – 17.20 Monica Giachino (Università Ca’Foscari di Venezia)
Il riso per antifrasi: il primo Moravia
17.20 – 17.45 Gisele de Oliviera Bosquesi (Universidade Estadual Paulista “Júlio de Mesquita Filho”, São Paulo)
L’umorismo di Pirandello tra l’assurdo e il surreale in racconti di Alberto Moravia


24 ottobre 2014

09.00 – 09.25 Chiara Marasco (Università della Calabria) e Barbara Sturmar (Università degli Studi di Trieste)
Dal teatro al romanzo: il witz e il «sublime rovesciato» nella scrittura di Italo Svevo
09.25 – 09.50 Chiara Selleri (Università degli Studi di Napoli Federico II)
Il riso come terapia: Lo specifico del dottor Menghi di Italo Svevo
09.50 – 10.15 Sawa Ishii (Tokyo University of Foreign Studies)
La sincerità della narrazione. Uno studio su Una burla riuscita di Italo Svevo
10.15 – 10.40 Riccardo Cepach (Museo Sveviano, Trieste)
Chi vuole che Argo menta? Il mare dell’indistinto e la bussola olfattiva nella novella Argo e il suo
padrone di Italo Svevo
09.00 – 09.25 Cristina Terrile (Université François-Rabelais de Tours)
Palazzeschi: l’umorismo come arte di giocare d’anticipo
09.25 – 09.50 Miruna Bulumette (Universitatea din Bucureşti)
Il riso e la derisione nel romanzo palazzeschiano La Piramide. Scherzo di cattivo gusto e fuor
di luogo
09.50 – 10.15 Margherita Mesirca (Universität Zürich)
L’irresistibile leggerezza del riso. Una lettura de L’interrogatorio della contessa Maria di Aldo
Palazzeschi
10.15 – 10.40 Alice Flemrová (Univerzita Karlova v Praze)
“Egli à creato perché ciò lo divertiva.” Tragedie ridicole dei personaggi fuori chiave

11.30 – 11.55 Maria Grazia Trobia (Ludwig-Maximilians-Universität München)
Il riso in due racconti di Pier Maria Rosso di San Secondo: Tania e Napoli e Konisberga
11.55 – 12.20 Sandra Milanko (independent scholar)
Bontempelli umorista e L’eden della tartaruga
12.20 – 12.45 Carla Gubert (Università degli Studi di Trento)
Il riso di Demetra: parodia, umorismo e comicità in alcune scrittrici italiane durante la Grande Guerra
11.30 – 11.55 Chiara Mengozzi (Società Dante Alighieri, Praga)
La guerra di Flaiano o l’etica della farsa
11.55 – 12.20 Cinzia Gallo (Università degli Studi di Catania)
Il «buon umorismo» di Achille Campanile
12.20 – 12.45 Marcin Wyrembelski (Università degli Studi di Firenze)
Perché il ridere è una cosa seria: Zavattini agli occhi della critica

mercoledì 15 ottobre 2014

Klaus-Peter Schneegass, il male della diffamAzione (fiera dei libri di Francoforte)




Klaus-Peter Schneegass, fiera dei libri di Francoforte. 
Per le Edizioni Fischer, declamazione dadafuturista di alcune noposie dal ciclo nopoetico "il male della diffamAzione - cantici dei cantici  ruggenti in forma di sTalloni d'Achille"

Le avanguardie artistiche (dalle Sentenze Proverbiali del MAV)

Ad oggi, non possono esistere avanguardie artistiche.
Dal futurismo in poi, i movimenti sono stati tanto d'avanguardia quanto più si sono allontanati dall'arte.
Dunque, "movimento per l'arte vaporizzata", perché non potrebbe essere altrimenti.

(dalle Sentenze Proverbiali del MAV)

lunedì 13 ottobre 2014

Tu sei mia madre, spero. - International Spam Art

Saluti! Come stai? 
Infine, posso scriverti, ti hai dato la tua mail, non poteva rispondere presto voi. Mi auguro che non sia ancora troppo tardi per parlare, ci sei? Mi puoi raccontare qualcosa di te? Sono Nastya. Io persona molto solare, aperta, simpatica e mi piace tanto ballare e tutte le cose belle che dona la vita, quella che ama la vita, anche quando essa da mille motivi per detestarla. Ho molte passioni tra cui l'arte e non sto mai ferma. Sono una curiosa femminile e curata. Piace vestirmi bene e molto serio dettagli. Mi piace indossare un abito e i tacchi alti. Vorrei conoscere persone interessanti con la quale condividere le gioie della vita e costruire insieme una famiglia... e magari avere la fortuna di incontrare un uomo che ami ridere, scherzare, col senso di umorismo, cui  vivere i momenti belli della vita, e a cui piaccia viaggiare. Voglio incontrarmi con te, scrivimi, ti aspetto. Io mostro alcune fotografie e mando a voi. Spero che tu mi conosci.

La mia mail anastamamnan@gmail.com

Buona giornata!

mercoledì 1 ottobre 2014

[0kbps071] Orquestra Livre Experimental Organica - Sunyata

[0kbps071] Sunyata
L'Orchestra OLEO estemporanea direttamente dal Brazil!
Il concetto di improvvisazione OLEO mira a beneficiare dalla creatività, dalla totale improvvisazione con o senza parametri armonici o ritmici, melodie, vocalità...



CAVELLINI SI VAPORIZZA AL MART DI ROVERETO! EVVIVA CAVELLINI GRANDE VAPORIZZATORE DELL'ARTE! PURE POST MORTEM!

E' CON DOLORE E PROFONDO RAMMARICO CHE SIAMO COSTRETTI A COMUNICARE L'ANNULLAMENTO DELLA MOSTRA PRECEDENTEMENTE ED IN PIU' OCCASIONI ANNUNCIATA "PROPHETA IN PATRIA" PER LA CELEBRAZIONE DEL CENTENARIO  DELL'ARTISTA GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI IN PROGRAMMAZIONE AL MUSEO MART DI ROVERETO DAL 4 OTTOBRE 2014 AL 11 GENNAIO 2015 CON INAUGURAZIONE IL 3 OTTOBRE ALLE ORE 18 IN CONCOMITANZA CON LA MOSTRA CELEBRATIVA DEL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA.
LA MOSTRA, CHE ERA STATA ORGANIZZATA CON IL CONTRIBUTO SCIENTIFICO ED I TESTI IN CATALOGO DI DUCCIO DOGHERIA, VITTORE BARONI E  PIERO CAVELLINI, CHE RINGRAZIAMO PER IL LAVORO COMUNQUE SVOLTO, NON POTRA' AVERE LUOGO PER UN IMPROVVISO DINIEGO AL PRESTITO DELLE OPERE, A SOLI QUATTRO GIORNI DAL RITIRO PROGRAMMATO DAL MUSEO, DA PARTE DEI COEREDI DELLE STESSE CON UN DISCUTIBILE ATTEGGIAMENTO ED UNA BUONA DOSE DI INSENSATO AUTOLESIONISMO.
PIERO CAVELLINI CHE E' STATO RESPONSABILE SCIENTIFICO DELL'ARCHIVIO FIN DALLA SUA COSTITUZIONE ED HA ACCOMPAGNATO, SOSTENUTO E PROMOSSO IL LAVORO DI GAC A PARTIRE DAL 1973, FORNIRA' IN SEGUITO UNA PERSONALE VALUTAZIONE DELLA SITUAZIONE. 
NOI TUTTI CHE STIAMO LAVORANDO DA PARECCHI MESI ALLA GESTIONE DI ALCUNI EVENTI E ALLA COMUNICAZIONE DI TUTTO QUANTO SI STA ATTIVANDO IN VARIE PARTI DEL MONDO RIGUARDO LA CELEBRAZIONE DEL CENTENARIO SIAMO COSTERNATI DA QUANTO E' AVVENUTO E DESIDERIAMO ESPRIMERE LE NOSTRE SCUSE ALLA DIRETTRICE DEL MART CRISTIANA COLLU CHE, OLTRE AD AVER VOLUTO E SOSTENUTO L'IDEA DELLA MOSTRA, SI E' PRODIGATA FINO ALL'ULTIMO PERCHE' QUESTA AVESSE LUOGO AL DI LA' ED AL DI FUORI DI QUALSIASI CONTESA PER RISPETTO DELL'ARTE E DELL'ARTISTA NON TROVANDO LA STESSA SENSIBILITA'  IN COLORO CHE L'HANNO IMPEDITA.

CAVELLINI NON VUOLE APPARIRE PIU' NELL'ARTE. NEPPURE DA MORTO. HA RIPUDIATO IL SUO CENTENARIO. L'UNICA AVANGUARDIA E' SPEGNERE L'ARTE. PER SEMPRE. CHIUDIAMO I MUSEI.  E LE GALLERIE. ELIMINEREMO DALLE SCUOLE LA STORIA DELL'ARTE E INSEGNEREMO D'ORA IN POI LA GRANDE STORIA DELLA TRUFFA D'ARTE.

CAVELLINI DIXIT

quest'arte contemporanea che ci riempe l'anima


venerdì 26 settembre 2014

Non-convegno di Sesta Godano, 19-09-2014 (Punto della Situazione n. 1)

In occasione dei 20 anni dalla morte di Guy Debord, venerdì 19 settembre si è svolto presso la Sala Consiliare del Comune di Sesta Godano (SP) un incontro situazionista.
Con la presidenza di Roberta Biasotti e la presenza dell’Assessore alla cultura Davide Calabria, sono intervenuti studiosi e attivisti delle avanguardie di varia provenienza che hanno discusso sulle teorie e pratiche situazioniste: Giorgio Amico, Pino Bertelli, Roberto Massari, Sandro Ricaldone, Antonio Saccoccio, Alessandro Scuro. All’ultimo momento non sono potuti intervenire Michele Nobile (che ha inviato un testo che in parte è stato letto) e Donatella D’Alfonso.
L’incontro, lungi dall’essere un’erudita dissertazione, si è presto trasformato in un vivace dibattito sull’attualità delle teorie debordiane. Bertelli, Saccoccio e Massari, in particolare, hanno sottolineato la necessità di continuare a sviluppare alcune intuizioni di Debord e di altri situazionisti. La spettacolarizzazione del reale e lo «slittamento generalizzato dell’avere nell’apparire» (Tesi 17 de La società dello spettacolo) sono oggi dati di fatto. Massari, confermando alcune ipotesi di Nobile, ha svolto il proprio intervento su un terreno socio-politico (merce, alienazione, capitale, lavoro). Saccoccio ha insistito sul superamento dell’arte, segnalando che retrocedere su questo punto significherebbe tradire tutta la teoria situazionista. Bertelli ha proiettato il film di Debord La société du spectacle, analizzando le tecniche di détournement impiegate. Amico ha messo in evidenza l’importanza cruciale della figura di Asger Jorn. Ricaldone ha mostrato come la genesi di alcune teorie situazioniste sia da rintracciarsi nei movimenti d’avanguardia precedenti, soprattutto nel Lettrismo. Ed è proprio sulle figure di Isou e Pomerand che si è soffermato Scuro, avviando così la presentazione del suo libro – Il lettrismo - pubblicato dalle edizioni Massari, poi proseguita con una lettura interpretata in sala.
Alcune tesi de La società dello spettacolo sono state riproposte per la loro indiscutibile validità: «Tutta la vita delle società in cui regnano le moderne condizioni di produzione si presenta come un’immensa accumulazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione» (Tesi 1); «Lo spettacolo in generale, come inversione concreta della vita, è il movimento autonomo del non-vivente» (Tesi 2); «Lo spettacolo è il cattivo sogno della società moderna incatenata, che non esprime in definitiva se non il suo desiderio di dormire» (Tesi 21).
Saccoccio e Bertelli hanno affermato che forse oggi può servire più la visione di Raoul Vaneigem e del suo Trattato di saper vivere ad uso delle nuove generazioni che quella di Debord. Tra gli intervenuti del non-pubblico presente in sala, va segnalato Stefano Balice che ha sottolineato l’importanza delle teorie e pratiche elaborate da Pinot-Gallizio.
Dibattito acceso, come prevedibile, sulla diffusione delle tecnologie digitali e della rete globale, tra posizioni critiche/negative (Massari e altri) e positive/possibiliste (Bertelli, Balice, Saccoccio). L’argomento non è affatto secondario per lo sviluppo di una critica radicale contemporanea e sarà certamente ripreso nei prossimi incontri.
Menzione speciale va fatta per il tour ciclo-situazionistico di Antonio Marchi che, partito da Trento in bici, ha fatto le seguenti tappe «storiche»: Alba, Cosio, Albisola, Sesta e ritorno a Trento.
Prima di passare a una simpatica cena sociale, Massari ha abbozzato delle «conclusioni» del convegno (in realtà un non-convegno – come preannunciato e in accordo allo spirito situazionista), frutto di due giorni di continue discussioni e inaspettate derive sul territorio spezzino dell’alta Val di Vara. È stato dato appuntamento per il prossimo incontro che, d’accordo con Roberto Peccolo, gallerista-editore di Livorno che ha contribuito, con mostre e convegni, a documentare le vicende del Lettrismo e dell'Internazionale situazionista - si svolgerà a maggio prossimo nella sua galleria. Il nuovo evento verrà costituito come Punto della Situazione n. 2. [Si può considerare «Punto della Situazione n. 0» la commemorazione del 50° della fondazione dell’Internazionale situazionista, svoltosi a Cosio d’Arroscia il 14/7/07, su iniziativa del Comune e alla presenza, tra gli altri, di Simondo, Amico, Massari, Ricaldone].

Il Non-convegno è stato organizzato dal Movimento guevarista por la revolución, Massari Editore, Tracce, Utopia Rossa, Vento Largo, con il patrocinio del Comune di Sesta Godano.   (a.s.)


Foto di Pino Bertelli

lunedì 22 settembre 2014

I giovani

io sottoscritto stefano balice in data 22/09/2014 mi impegno formalmente a non usare più il termine GIOVANE con accezione positiva. i GIOVANI fanno schifo; hanno un mero valore ornamentale. esistono delle persone in continuo cambiamento, che hanno la mia stima e che talvolta ho chiamato GIOVANI al di là di ogni questione anagrafica, ma da questo momento essi prenderanno il nome di TAMBURELLI, BRAVA GENTE o IMBUTI INTERMITTENTI, in modo da evitare malintesi.

mercoledì 17 settembre 2014

A Sesta Godano torna Guy Debord vaporizzatore dell'Arte in un non-convegno (19 settembre 2014)

In occasione dei 20 anni dalla scomparsa del filosofo Guy Debord, venerdì 19 settembre dalle ore 15 si terrà presso la sala consiliare del comune di Sesta Godano (SP) un convegno sul Movimento Situazionista. L’evento è organizzato dal movimento Guevarista por la Revolucìon, Tracce, Massari Editore, Vento Largo, Utopia Rossa, con il patrocinio del Comune di Sesta Godano. 
Interverranno: Roberto Massari, Giorgio Amico, Pino Bertelli, Antonio Saccoccio, Alessandro Scuro, Donatella Alfonso, Michele Nobile, Sandro Ricaldone.

Il MAV (Movimento per l'aRTE Vaporizzata) si affianca idealmente al mavvista Antonio Saccoccio che da tempo continua l'opera di Debord per il superamento e la sparizione dell'Arte.

Evviva Debord Abbasso l'Arte Evviva il Movimento Arte Vaporizzata Abbasso la Separazione Abbasso il Lavoro Abbasso la Scuola Evviva la Vita.

"Les arts commencent, s’élargissent et disparaissent, parce que des hommes insatisfaits dépassent le monde des expressions officielles, et les festivals de sa pauvreté" (Debord)


lunedì 15 settembre 2014

Non ci sono più artisti perché tutti lo sono. La vera poesia si fa beffe della poesia. (Vaneigem)

Così finisce la vecchia specializzazione dell'arte. Non ci sono più artisti perché tutti lo sono. L'opera d'arte a venire è la costruzione di una vita appassionante. La creazione importa meno del processo di generazione dell'opera, dell'atto di creare. Ciò che fa l'artista è lo stato di creatività, e non il museo. Disgraziatamente, è raro che l'artista si riconosca come creatore. Per la maggior parte del tempo, egli posa davanti a un pubblico, dà a vedere. L'attitudine contemplativa davanti all'opera d'arte è stata la prima pietra gettata sul creatore. Egli stesso l'ha provocata e ora essa lo uccide da quando, ridotta al bisogno di consumare, rientra negli imperativi economici più grossolani. Per questo non c'è più opera d'arte nel senso classico del termine. Non può più esserci opera d'arte, e va molto bene che sia così. La poesia è altrove, nei fatti, nell'avvenimento che si crea. La poesia dei fatti, che da sempre è stata trattata marginalmente, ritorna al centro di tutti gli interessi, nella vita quotidiana che a dire il vero non aveva mai lasciato. La vera poesia si fa beffe della poesia.
[R. Vaneigem]

mercoledì 10 settembre 2014

ANCHE IL MAV AL "SubSculture - Dal Riciclo all'Assurdo" DI TREVISO

 
SubSculture Arts il 20 e 21 settembre darà libero sfogo all’arte in tutte le sue forme e sfumature dando grande importanza all’utilizzo di materiali di scarto e di recupero.
Molti gli artisti, performer, musicisti e sperimentatori che trasmetteranno la propria professionalità e conoscenza dando prova reale di come far rivivere gli oggetti.

Un weekend all’insegna di workshop, sfilate, performance teatrali/musicali, visual art e situazioni bizzarre.

Lo spettatore non è più tale e, varcando i cancelli, non attraverserà semplicemente una mostra, ma si vestirà di un'esperienza.

SABATO 20

11.00 Apertura mostra statica e visual

14.00 Workshop 01- SubCouture: realizzazione di un capo utilizzando materiali plastici riciclati, che verrà indossato durante la sfilata., a cura di Maison Ròde.
Workshop 02 - Pimp my Bike: Freak bike pimping a cura di SartOfficina + Biciclettata

17.00 Inagurazione mostra e inizio performance

17.30 Aperitivo eccentrico con sperimentazioni ambientali-sonore firmate Tommaso Busatto

20.00 Improvvisazione industrial laptop visual sonora del Teatro Satanico di Devis G., Kalamun e Mauro Martinuz

20.30 Performance teatrale emozionale LOOP della compagnia Sweet Cicuta

21.00 SubCouture: Sfilata performance con gli abiti post-industrial di Maison Ròde

21.30 Performance di manipolazione visual/sonora e danza rituale Kriptoscopia (Sissy Biasin, Michele Spagnolo, Enzo Comin)

22.00 Alessandro Zannier, alias OTTODIX - Presenta il libro "I Fantasmi di Ottodix" e una live performance sonora electro ambient in collaborazione con Giorgio Ricci, alias TEMPLEZONE. Special guest il trombettista Massimo Berizzi

22.30 Performance dance elettro spaziale AMA aka Tommaso Mantelli

DOMENICA 21

11.00 Apertura mostra con brunch, riproducendo dal vivo "Le Dèjeuner sur l'Herbe" di Manet. Invito aperto al pubblico a gustare la colazione sul prato del chiostro, in un contesto d'eccezione, inebriati dalle melodie al pianoforte dal vivo del Pianista Anonimo.

14.00 Workshop 03 - Strumenti Eccentrici: costruzione di microfoni a contatto, a cura di Elvis Marangon

18.00 Strumenti Eccentrici: Jam Session musicale, con strumenti realizzati durante il laboratorio di Strumenti eccentrici e altri marchingegni sonori autoprodotti, aperta alla partecipazione del pubblico

20.00 Performance audio sperimentale di Tommaso Busatto

20.30 Performance elettro-strumentale di Zorbiter (Elvis Marangon)

21.00 Performance elettro-visiva improvvisata degli Hitchcock Bambi di SubSculture Arts

21.30 Performance elettro dance e visual di Davide Vettori

22.00 Chiusura evento



LINE UP

Exhibition:

- Lenny Lucchese: icone metalliche, opere in estruso e installazioni. https://www.facebook.com/spla.splo
- SaimonSubs, sculture cybernetiche di insetti, pesci e installazioni www.saimonsubs.blogspot.it
- Maurato: Plastic Puppetz www.plasticpuppetz.com
- Apeeach: quadri stencil in polipropilene http://apeeach.tumblr.com/
- Dusty Eye: collages digitali su forex www.dustyeye.com
- Giorgio Finamore: pittura, scultura e installazioni biomeccaniche www.giorgiofinamore.com
- Angelo Finamore: sculture steampunk www.angelofinamore.com
- Barbara D'Altoè: sculture in pneumatici, installazioni www.maisonròde.com
- Alessandro Pasquali: design arredo di recupero http://www.pasqualialessandro.com/
- Roberto Montagner: installazioni emozionali e design multimateria
- Renzo Montagner: fontane di bronzo
- V Spartacus: galleria dell'arte accidentale www.artburner.blogspot.it
- Elvis Marangon: prodigi elettrico-sonori http://greydressedboy.blogspot.it/
- Claudia Piasentin: l'uomo di carta
- Roberto Braini: totem, luci, design multimateria


Visual Art:

- Sara Bonaventura www.s-a-r-a-h.it
- Stefano Biasin - sissy biasin
- Simone Donadini
- Daniele Conti


Concerti e Performance:

- Kriptoscopia www.kriptoscopia.blogspot.com
- Sweet Cicuta www.sweetcicuta.com
- Maison Ròde www.maisonrode.com
- Hitchcock Bambi e i didascalici di Subsculture www.subsculture.tumblr.com
- Tommaso Busatto www.vimeo.com/tommasobusatto
- Davide Vettori www.davidevettori.com
- Templezone - Ottodix, Ricci, Berizzi www.facebook.com/templezone
- Elvis Marangon, https://zorbiter.bandcamp.com/
- Teatro Satanico www.teatrosatanico.it
- AMA - Tommaso Mantelli www.captainmantell.com

Subsculture Arts
Più informazioni: http://subsculture.tumblr.com/
https://www.facebook.com/subsculturearts