sabato 23 maggio 2015

Debord e il Situazionismo revisited, Antonio Saccoccio (a cura di), Massari Editore, 2015



Punto della Situazione n. 1
(Per il 20° della morte di Debord: 1994-2014)

con testi di
Alessandro Scuro, Antonio Saccoccio, Sandro Ricaldone, Roberto Peccolo, Michele Nobile, Roberto Massari, Antonio Marchi, Pino Bertelli, Mirella Bandini, Stefano Balice, Giorgio Amico.

La Liguria è patria di adozione per la storia del Situazionismo. E in Liguria (a Sesta Godano - SP) si è svolto in autunno 2014 un «non-convegno situazionista», al quale hanno partecipato alcune delle firme storiche del Situazionismo italiano oltre a dei giovani emergenti. Il libro non contiene gli atti nel senso vero del termine, ma saggi scritti in occasione del non-convegno. Alcuni sono saggi di forte spessore, destinati a influenzare il dibattito teorico sull’eredità del Situazionismo. 
E parlando di eredità, va spiegato il sottotitolo («Punto della Situazione n. 1»). È infatti intenzione degli organizzatori (di fatto la casa editrice Massari) di convocare a intervalli di tempo altri incontri di questo genere, o in forma di non-convegni, o mostre, eventi teatrali ecc. Il prossimo Punto della Situazione n. 2 è già convocato per metà giugno 2015 (sarà quindi avvenuto quando questo libro andrà in libreria) presso la Galleria Peccolo (nel cuore di Livorno) dove nel passato si sono già svolte importanti iniziative di tono situazionistico.

giovedì 21 maggio 2015

Ciao caro; Sono Jessica - International Spam Art

Ciao caro; Sono Jessica per nome vi prego di contattarmi tramite il mio indirizzo email privato (jessica121ko@hotmail.com) Perché qualcosa molto molto importante per discutere con voi.

domenica 17 maggio 2015

Un buon alto cerca giovane ragazza - Barika Mohammed, International Spam Art

Ciao Mio Caro,
Il mio nome è la signorina Barika Mohammed, un buon alto cerca giovane ragazza, così bella e la cura con buona comprensione, fiera di carnagione, la cura con una buona condivisione, onestà. Ho visto la tua email su facebook che mi interessava molto e ho deciso di contattare l'utente. Ho molta voglia di avere una buona amicizia con voi, anche se si è sposati possiamo essere amici, ho un motivo di te scegliendo come il mio amico, se volete saperne di più. Vi prego di contattarmi tramite questo il mio indirizzo e-mail che abbiamo bisogno di parlare e conoscere il proprio sé più e altrettanto condividere immagini ad ogni other.hope di sentire da voi. prego rispondere con il mio indirizzo e-mail qui il vostro nuovo amico perdere Barika, grazie .......

giovedì 7 maggio 2015

Tentativi di liberazione? (di Patrizio Pica)

Dato che esiste un blog, perché non parlare delle proprie esperienze (la manifestazione dei MIEI desideri!), siano esse reali o immaginarie, per poterle condividere con gli altri?
Diversi anni fa (nel 1995?), dopo aver rincorso in maniera confusa e affannata il "simpatico" mondo dell'arte, sono inciampato in un paio di idee, interessanti, devo dire.
Partendo dal problema capitale dell'artista, ovvero quello della riconoscibilità, meglio ancora dell'identità, ho tentando di procedere in un percorso di annullamento dell' "individuazione", o magari di ri-soggettivizzazione dell'individuo (artista?) stesso.
Ho cominciato a tappezzare la città di piccoli adesivi con su la scritta "IO".
Non contento, ho realizzato una grande tavola bianca sempre con il fatidico "IO" a caratteri cubitali. Alla base della tavola (appoggiata al muro) una risma di fogli dell' "IO" a disposizione di tutti. La cosa si presta ad interpretazioni ambivalenti (e magari ambigue): tomba dell'ego? pop-dispenser di individualità? devo dire che l'oggetto, una volta esposto, non ha riscosso molto successo... e che comunque il metalinguaggio ci frega sempre!
Il passo successivo, sempre nella ricerca di annullamento dei fattori di autorialità (e quindi di storicizzazione dell'opera), è rimasto solo a livello teorico, cioè nella mia testa.
Un'altra idea riguarda invece il problema tutto interno alla figura istituzionale dell'artista: la rappresentazione della realtà.
L'autismo mi ha sempre incuriosito e affascinato. Immaginando un mondo senza storia, individui con emozioni imprevedibili e repentine, ho pensato all'artista come autistico. Come Filadelfo Anzalone che in una galleria morde con violenza inaudita il polpaccio di un famoso critico. Un artista-uomo, preda di emozioni-azioni incontrollate, fuori dal "mondo", fuori dalla storia, libero da vincoli e identità. Insomma un folle sacro. Ma, fondamentalmente, libero!
Qual è il "falso" per eccellenza, la "pantomima" della realtà? Be', credo sia il teatro.
Le persone, i passanti, possono decidere di trattenersi in questi spazi, partecipare, ignorare... restare a vivere lì...
Allora ho pensato ad un teatro che affermi se stesso e al contempo si neghi. Un teatro ha una scenografia: una piazza quadrata, al centro dei divisori, a mo' di "stanze", tutt'intorno una sorta di ambulacro, un passaggio che permetta di guardare gli spazi chiusi e di entrarci.
All'interno delle stanze degli individui in varie situazioni, come nella realtà: chi cucina, chi legge il giornale, chi litiga, chi lavora, chi guarda il muro in silenzio, chi fa l'amore, chi dorme, chi gioca con i propri figli...


Patrizio Pica