giovedì 27 febbraio 2014

Il Futurismo attraverso McLuhan (Antonio Saccoccio)

Il 1 marzo 2014 il fondatore del Net.Futurismo Antonio Saccoccio interverrà alla settima "Graduate Conference in Italian Studies" presso l'University College Cork. Per l'occasione presenterà una relazione intitolata “Rileggere il Futurismo attraverso McLuhan: considerazioni intorno al ruolo della tecnica nell’avanguardia italiana”, puntualizzando alcune delle sue intuizioni più rilevanti, già in parte comunicate in diverse conferenze e convegni in Italia e all'estero, nonché pubblicate in numerose riviste nazionali e internazionali. Qualche domanda per comprendere meglio." Ad intervistarlo il neo futurista Roberto Guerra. 

Domanda - Il Futurismo e McLuhan: ancora in un’università straniera.

Antonio Saccoccio - Sì. Come ho già detto molte volte, credo di avere in gran parte ultimato il mio compito sulla rete. Il web è stato contaminato dalle nostre idee, che sono facilmente reperibili in blog, foto, video, social network, etc. Ora chi è più giovane di me ha le capacità per proseguire, con una mia partecipazione più laterale. Il mio compito si è spostato da qualche anno in altra direzione: riuscire a contaminare il mondo accademico e universitario. Il virus del futurismo contemporaneo e di McLuhan deve penetrare all’interno di quel mondo che per tanti versi è il nemico numero uno delle nuove sensibilità. Intendiamoci: ho tanti ottimi rapporti anche all’interno del mondo accademico e universitario, ho incontrato studiosi e pensatori brillanti in quasi tutte le università in cui mi sono recato, ma la maggioranza dei docenti è immersa ancora in un mondo ottocentesco, in cui uno studio mediocre e inutile ma rispettoso delle regole accademiche conta più di un’intuizione coraggiosa e originale. Ritengo che oggi una delle cose più difficili sia portare idee radicali in un convegno universitario. È facile parlare di Marinetti o di McLuhan all’università, lo fanno in tanti, è facile farlo quando si depotenziano sistematicamente le idee più radicali. Ma quanti ne parlano lasciando emergere il deciso anti-accademismo di questi due pensatori? Quanti ne parlano in relazione alla morte e/o superamento dell’arte?

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giovedì 20 febbraio 2014

Futuro e serietà

Le persone serie non parlano del futuro, costruiscono il futuro, ma non ne parlano. Io sono quasi sempre serio, tranne quando parlo del futuro che sto costruendo. (Antonio Saccoccio)

mercoledì 12 febbraio 2014

Futurismo e Transumanesimo (e oltre)


Roby Guerra, Futurismo e Transumanesimo. La poetica di Internet (La Carmelina, Ferrara-Roma, 2014, eBook)

Analisi socioletteraria su Futurismo, Transumanesimo, Futurologia, arte transumanista o trans.futurista.... nell'e-volume  segnalati  diversi netfuturisti e mavvisti....

*dall'incipit

 
"I post-umani avrebbero una grande capacità di riconfigurare e 'scolpire' le loro forme fisiche e funzionali; essi acquisirebbero uno spettro esteso di raffinate risposte emotive, potrebbero possedere abilità intellettuali e percettive estese oltre il campo puramente umano..."
NATASHA VITA-MORE

"Il Net.Futurismo può considerarsi parte del progetto transumanista. Entrambi i movimenti sfidano quotidianamente la realtà contemporanea, proponendo inedite interpretazioni del presente e audaci visioni future. Entrambi rifiutano la resa alla palude postmoderna. Entrambi sono oltre la politica dei partiti e delle fazioni consumate dalla storia. E poi c’è un’affinità nel modo di porsi di fronte al mondo. Basti pensare all’evento TransVision 2010: si è respirata per tre giorni un’aria di assoluta libertà di pensiero, senza alcuna limitazione aprioristica" ANTONIO SACCOCCIO

Il futurismo si fonda sul completo rinnovamento della sensibilità umana per effetto delle grandi scoperte scientifiche“ FILIPPO TOMMASO MARINETTI

“ (Sul Futurismo al Guggenheim Museum, New York) E ‘il momento di rivalutare e di ampliare la nostra nozione di ciò che l’avanguardia ha significato”
Vivien Greene (2013, TheNew York Times) 

*estratto dal saggio II
L'estetica transumanista in Italia

Musica elettronica e dintorni

La Scuola di Colonia di Karl Heinz Stockhausen prima e il technopop dei Kraftwerk, in particolare, tra i padri universalmente riconosciuti della Musica Elettronica, nell'ambito di certa musica contemporanea del secondo novecento, non soltanto hanno avuto echi (e spesso presenze e concerti degli artisti succitati) in Italia, ma ha certamente influenzato direttamente generazioni di musicisti d'avanguardia dell'altro ieri e di oggi e certamente del futuro prossimo.
Sempre nel secondo novecento, anche in Italia, persino alcuni accademici ma esperti nelle avanguardie e sulla nascente stessa cultura mediatica (o di massa come si diceva...) hanno espressamente parlato per certa arte del novecento stesso, prossima a sinergie futuribili e scientifiche, di nuova estetica tecnologica. Ad esempio Renato Barilli, Adriano Spatola, la stessa Lea Vergine (che parlava di Arte Programmata) e diversi altri ricercatori.
Stockhausen e i Kraftwerk non casualmente disquisivano programmaticamente di musica della scienza e dell'era industriale (il gruppo pop persino di nuova musica popolare industriale stessa). Diversi ma complementari certi sfondi culturali: tra matematica e fisica, elettronica pura e sperimentale Stockhausen; il noto ciberprofeta Marshall McLuhan per i Kraftwerk (e lo stesso Barilli in certa misura). Ora, senza tanti fronzoli accademico-musicologici, non pertinenti in questo lavoro, quel che caratterizza sia certa arte transumanista che la musica elettronica è nel sottomenu specifico musicale il primato del suono elettronico, dai primordiali oscillatori di rumori a sintetizzatori e moog infine a sequencer e lap top (il computer e cloni) o aggeggi affini (spesso inventati dai tecnomusicisti stessi, come certamente i Kraftwerk).
E' tutto un discorso centralmente, strutturalmente, filosofico, consapevole nella forma o nella non forma comunque sul medium macchina-computer. Verso - come contenuti e-o messaggi - in realtà neppure tacitamente (in quanto trasparente l'obiettivo medium-messaggio, senza sovrastrutture ancora “tradizionali” lineari), sia la musica della scienza, sia la musica dell'era tecnoindustriale.
Naturalmente, almeno per l'Italia, la matrice viene anche se non in termini diretti e netti proprio dalla rivoluzione musicale futurista di Marinetti e nello specifico dai vari Pratella, Russolo, Mix e altri... Manifesti futuristi della musica, strumenti eroici come Intonarumori eccetera, non soltanto hanno inventato con altri input “contemporanei”, la musica d'avanguardia e-o sperimentale, ma il senso di una nuova musica verso la scienza e verso la società tecnologica erano già in primo piano.
Nel secondo novecento, in Italia abbiamo avuto, influenzati anche vuoi dai futuristi vuoi da Stockhausen, musicisti sperimentali come Berio o Maderna (e molti altri): oppure, in tempi più recenti a partire dagli anni '70, anche dai futuristi e dai Kraftwerk (e quest'ultimi l'han anche spesso affermato ai media e hanno anche interagito con certo neofuturismo francese- J.M. Vivenza, bruitista, dell'Electro Institute di Grenoble in sinergia pure con certo futurismo italiano del secondo novecento - Benedetto, Fiore, Conte, chi scrive.. anche e altri).
E insospettabili, in Italia, forse, i musicisti più prossimi al tecnopop e alla electrodisko kraftwerkiana, parallelamente al boom technopop tedesco kraftwerkiano e poi anglosassone (Bowie, Eno, Ultravox, Stranglers, Gary Numan, Human Leaugue, Heaven 17, Talkin Heads, Devo e Pere Ubu in Usa, i Rokets stessi in Francia e molti altri, fino in quella fase ai Depeche Mode, i D.A.F., prima della successiva wave techno-house e affini degli anni 90, 2000...).
Oltre allo stesso Battiato, crocevia ineguagliato tra le due modulazioni elettroniche di derivazione colta... europea, alle origini ultrasperimentale prima del boom pop, negli anni 70, 80, in Italia, electromusicisti come Giorgio Moroder, Gino Soccio, Krisma, anche i Righeira e i primi Decibel, gli stessi più punk CCCP (C.S.I), il cult a suo tempo Fausto, i meno noti Gaz Nevada, Pale Tv, Aviator Dro, Intelligence Department, lo stesso Flavio Paulin (ex Cugini di Campagna!), lo stesso celebre Alberto Camerini delle ballate robot, più recentemente lo stesso postcontemporaneo Valerio Zecchini (con i PCC), in bilico tra commercial e avantgarde, (invero, i più noti all'epoca etichettati solo come disco music elettronica), oggi esitano come vintage... rilevanti.
Ebbene, per l'Italia, se certa ipotetica musica transumanista è – come crediamo- sonda concreta- questi nomi ed altri, almeno vanno oggi memorizzati e rilanciati se non altro come musica proto-trans-post-umanista. Per questioni storico-culturali, medium sonori analoghi, obiettivi concettuali persino simili e a volte consapevoli tra gli artisti.
Un Moroder che esplode con un "Frome Here to Eternity," non dovrebbe ammettere dubbi veteroaccademici! Un Moroder che registra, per primo in Italia, un album digitale, dedicato ad Einstein e alla sua formula della Relatività, è altro indizio non banale...
E - puristi al diavolo - fino agli storici “pseudo” commerciali Righeira: non solo l'hit "Vamos a la Playa, ma un quasi tesoro perduto come Balla Marinetti, “Il Futurista”, come anche Riccardo Campa ha persino ricordato in diverse interviste.
E che dire poi ora sul fronte pop rock dell'almeno citazionismo di Vasco... Rossi ("Manifesto futurista dell'umanità".)? O nel rap italiano.. Fibra Fibra, ecc.? Poi, l'infinita ondata, tsunami techno, house, fino al jingle e al lap top recenti, con contaminazioni varie, hip hop, finanche afrofuturiste, persino: parallelamente, all'estero ai nuovi elettronici, Orbital, Daft Punk, Chemical Brothers, fino a Air, Royksoop, Aphen Twins, ognuno aggiunga i nomi preferiti.
Tornando in Italia, fin dagli anni '70/ 80, (e idem qua i nomi - quasi optional, soprattutto nel cosiddetto commercial da discoteca), Albertino, D'Agostino eccetera eccetera, fino a ..infiniti cloni attuali. Fino a certo bordo, nuovamente o apparentemente anticommercial o autenticamente neounderground (ma quasi un mero grafico a volte la differenza): dai Planet Funk ai Subsonica a elettronici D.J avantgarde come D.J. Afghan (ancora nomi optional e soggettivi).
In pillole, anche in Italia, è tutto un magma dagli anni 80... in progress, quasi un The Mix perpetuo, clonazione musicale, di musicisti almeno . Che, pur differentissimi, cantano tutti certo soundtrack dell'era tecnoscientifica, tra bordi hard freddi come la Stella Polare o laboratori criogenetici o di metallo alieno, o un paradossale electrohot, quasi neosoul, e molte sfumature in mezzo.
E futuristi o transumanisti propriamente detti? Ebbene: il leader Riccardo Campa è noto anche in Usa e Europa, come electro o italo disco, gli stessi Ozky/Croce (attivo con infiniti lavori fin dagli anni '80) e Kristian Fumei, i netfuturisti Antonio Saccoccio, Stefano Balice, Tommaso Busatto, Massimiliano Scordamaglia (anche quelli tedeschi Klaus Peter Schneegass e Minoko ) parlano di neo o electrorumorismo: con tanto di netlabel nell'ambito del cosiddetto MAV, Movimento Arte Vaporizzta, già segnalati in Usa nel Museum MOMA di Hal McGee, figura storica per certa musica sperimentale. La stessa astrofisica Fiorella Terenzi, anche musicista, naviga anche in certa prestigiosa musica contemporanea con le sue tecnosinfonie galattiche, cosmiche.
Anche chi scrive, tra poesia sonora e musica neofuturista ha all'attivo alcuni lavori in limited editions, dichiaratamente neokraftwerkiani (con lo stesso Giorgio Felloni).
Infine, questi nostri arditi sassi lunari , globalmente li classifichiamo finalmente anche... musica transumanista italiana? Non suonava già anche il celebre monolite di Kubrick?

domenica 9 febbraio 2014

*****SPAM***** L'ATTENZIONE È NECESSARIO! (international spam art)

Carissima Uno prega di essere onesti, 

buongiorno 

  Il mio nome и Miss Elisabeth Adams, io sono una donna morente che aveva deciso di donare quello che ho da Charities. 
Sono 71 anni e mi и stato diagnosticato il cancro per circa quattro anni fa, subito dopo la morte di mio marito, 
Sono stato toccato da donare da quello che ho ereditato da mio defunto marito per il buon lavoro piuttosto 
che permettono suoi parenti di utilizzare fondi guadagnati duri di mio marito. 
                
Mentre giacevo sul letto malato, voglio che tu mi aiuti a realizzare il mio ultimo desiderio su 
terra, che sarа molto vantaggioso per voi. Voglio sarа una somma totale di 10,5milioni dollari (USD) 
a voi che voglio che tu a distribuire parte di esso a tutta la casa di caritа per me e 
il resto per te e la tua famiglia che io vi informerт su come condividere tutto, 
prega per ulteriori informazioni contattare me ASAP.send yourdetails a questa email:(mrselisabethadams@yahoo.com
    

Cordiali saluti, 
MRS. ELIZABETH ADAMS 
mrselisabethadams@yahoo.com

domenica 2 febbraio 2014

FUTURISMO IN DADA «OGGI» Manifesto di Politica Vita Creazione (di Vitaldo Conte)

Vitaldo Conte continua la sua esplorazione-divulgazione del Futurismo contemporaneo pubblicando su "Il borghese" del febbraio 2014 un sintetico articolo intitolato FUTURISMO IN DADA «OGGI» Manifesto di Politica Vita Creazione. Ne pubblichiamo qui di seguito alcuni significativi estratti, poiché, oltre a contenere linee-guida e protagonisti del Futurismo negli anni Duemila, sono citati diversi attivisti del Movimento per l'Arte Vaporizzata.
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Probabilmente, come scrive Stewart Home in Assalto alla Cultura, per «soddisfare le richieste ideologiche di chi li pagava, gli storici hanno trattato il futurismo come uno dei tanti movimenti artistici d’inizio secolo». Il Futurismo, tuttavia, oltrepassò la pittura, la poesia, la musica per creare un abbigliamento e un’ambientazione e, anche, una «politica» futurista che si fuse con tutte le altre espressioni. Se accettiamo l’ipotesi della sua «rivoluzione continua», questa potrebbe oggi essere maggiormente riscontrabile attraverso i suoi ancora numerosi aspetti segreti e relazionali che coinvolgono l’esistenza quotidiana. Come, per esempio, le sue variegate suggestioni sull’azione politico-culturale. [...]
La bellezza, che sprigiona un’azione della vita come arte, è già un dono di per se stesso. «L’arte viva» futurista spinge verso un’attività-pensiero anche di gruppo, che alimenta (con il suo movimento) il «fuoco» dell’espressione, sintesi superiore dei vari contributi individuali. Il Futurismo, è accaduto anche recentemente, è tornato a «rivivere» in altre dichiarate apparenze: negli eventi di Graziano Cecchini, nel Post-Contemporaneo di Valerio Zecchini. Io stesso, impegnato in testi verbali su questo movimento, ho avvertito,
nell’anno del centenario, la necessità di un loro sconfinamento nell’arte-azione, attraverso il mio avatar creativo Vitaldix. [...]
La tecnica e la scienza sono connaturali in attuali valenze «transfuturistiche». La tecno-fantasia «suggerisce un rapporto vivente con l’estetica della realtà», nota Roberto Guerra, che la trasferisce nella visionarietà dei suoi video e testi. Indicazione che «vive» nelle estensioni dell’open space: come nella comunicazione del Net.Futurismo che ha sentito l’esigenza di rinnovare la battaglia futurista, transizionandola verso la grande rivoluzione informatica e digitale. Il movimento (partito dal 2005), con il contributo teorico e oltre-artistico di Antonio Saccoccio, Stefano Balice, ecc., ha raccolto consenso blogger e internauta. Il Futurismo è declinato in un pensiero prevalentemente scientifico nel Movimento Transumanista Italiano: come nei testi teorici di Riccardo Campa, significativo il suo Trattato di Filosofia Futurista (Avanguardia 21, 2012), e di Stefano Vaj (Biopolitica, 2005).
Il Trans-Futurismo «vissuto oggi» è debitore, nell’azione, del linguaggio vitalistico dell’arte-vita espresso all’origine da questo movimento. Risulta contaminato dal Dada per la vocazione di quest’ultimo a evadere dai possibili canoni comportamentali, espressivi ed esistenziali, come quelli di costituirsi in un gruppo definito, in cui l’ascolto del «caso» diviene una rotta al limite della mistica. Questo Futur-Dada s’incontra anche con l’espressione di successive poetiche, coesistendo in una anarcocontinuità di azione e lettura.