domenica 4 novembre 2012

Il Debordiano “ne travaillez jamais” ed il nuovo ingannevole paradiso del Marketing


di Raimondo Galante

Lo scopo di questo articolo è quello di fare una irriverente ma spietata e lucida riflessione sulla crisi del lavoro concettualmente inteso in base ai canoni ottocento-novecenteschi teorizzati  sia nell’Economia Classica nei suoi tratti generali,  sia sintetizzati  forse con maggiore accuratezza e precisione  nel pensiero marxiano esposto soprattutto nel Capitale e tutta la vulgata marxista che ne ha avuto seguito. Per brevità pensando di rivolgermi con chiaro piglio ed atteggiamento  specificamente  debordiani ad un pubblico già preparato e sufficientemente istruito  voglio mettere al centro di quest’analisi  solamente due elementi : il primo risponde a definire sinteticamente ed efficacemente l’antica ed ormai desueta  ed obsoleto funzione economico-sociale del lavoro ovvero un’insieme di attività umane organizzate anche su base sociale  tese a produrre ricchezza,  che nella sua forma più sublimata e sintetica diventa proprio il capitale marxiano; il secondo l’effetto nefasto che tale attività  nel secolo passato  ha prodotto  sulla vita degli esseri umani ovvero l’alienazione. Infatti, nel novecento il lavoro era soprattutto attività industriale di produzione di beni e servizi allo scopo di accumulare ricchezza pubblica e privata, il premio di tale produzione è il salario che permette alle classi subalterne di  sopravvivere il prezzo è una graduale e triste disumanizzazione imposta dallo scambio coatto di gran parte del proprio tempo con una quantità di denaro che spesso risulta essere irrisoria , insufficiente ed inadeguata alla realizzazione di questi soggetti  che in ultima analisi diventano proprio oggetti, ingranaggi spesso inconsapevoli del  sistema il cui unico scopo è quello di autoriprodursi durando nel tempo. Ma è bene dire con chiarezza che con la nascita del nostro nuovo millennio e l’evoluzione tecnologica ed informatica  e l’esplosione del fenomeno Internet la grande rete telematica globaletutto questo non ha più lo stesso significato originale  e perde anche il valore sociale ed economico che aveva rivestito fino a questo momento soprattutto in riferimento a quelle produzioni ad alto valore aggiunto qualitativo e tecnologico le uniche che ci permetterebbero di competere efficacemente a livello globale . Da qui secondo me nasce la grandissima e disarmante attualità, resa anche  più acuta e pregnante,  dallo stato attuale di crisi dell’intero sistema sociale,economico ed educativo che sosteneva i modi ed i processi produttivi del novecento del motto debordiano e situazionista “ne travailler jamais” (non lavorate mai ) . Ovvero lavorare e vivere  come era previsto nel novecento non solo si tocca con mano ogni giorno è sempre più raro e difficile, ma anche diventa spesso inutile e controproducente e quindi è sempre più importante capire che non è importante lavorare in sé come ancora vanno predicando i nostri governanti magari abbassando i salari, diminuendo i diritti ed aumentando l’orario di lavoro. Niente di tutto questo si rivela efficace. e l’aumento della produttività intesa in questo modo ormai obsoleto ed anche dannoso,  si rivela  essere una pia e pericolosa illusione. Invece , secondo la mia opinione,  la via corretta da seguire è lavorare in modo intelligente per produrre un elevato valore aggiunto: working smart per dirla alla maniera dei guru anglosassoni del marketing. Pertanto , proprio   per superare questo impasse, una nuova frontiera sembra essere quella del marketing che specialmente nell’ultimo decennio sembra fondersi indissolubilmente con le nuove tecnologie informatiche e telematiche,  e che promette tramite l’applicazione delle sue tecniche più avanzate il totale superamento del concetto marxiano di lavoro alienato e sottopagato. Un esempio di tale tendenza è rappresentato dal cosiddetto network marketing (marketing di rete) che prevede la costruzione di reti commerciali di distribuzione di determinati prodotti  che funziona in base al principio di condivisione dei profitti abbattendo i costi della pubblicità esternalizzata  e fondandosi sulla diffusione capillare peer to peer ,utilizzando un termine appartenente alla teoria delle reti informatiche,  oppure one to one (uno ad uno) : in pratica un passa parola potenziato enormemente dalle potenzialità offerte dalla tecnologia oggi soprattutto  identificabile con lo straordinario tentacolare e pervasivo sviluppo di Internet. Voglio però precisare che  tale possibilità che effettivamente in potenza è molto appetibile e stimolante deve essere però necessariamente essere messa in relazione con la necessità di un’evoluzione umana che porti alla consapevolezza dell’utilità sociale ed economica autentica , reale ed effettuale di ciò che viene prodotto e distribuito. In tal senso è assolutamente d’obbligo ricordare ed applicare nella sua forma più compiutamente rivoluzionaria  ed innovativa il debordiano “ne travailler jamais”.  Tale motto voleva  essere nel suo tempo  la parola d’ordine rivoluzionaria per eccellenza, ed oggi secondo me è ancora terribilmente attuale per poter  incentivare la nascita di una nuova  economia che privilegi  lo sviluppo dell’essere umano nelle sue migliori potenzialità. Ovvero quelle offerte dalla sua capacità creativa ed artistica intendendo con questa soprattutto lo spirito creativo e creatore leonardesco e rinascimentale, incrementata enormemente dalla potenza moltiplicatrice della tecnologia ,dono prometeico che ci rende simili alla divinità. Dunque mutuando un termine presente nel Panegirico debordiano appartenente al linguaggio dell’opera di Baltasar Gracián : diventando “l’ Uomo universale”.  Tale nuovo tipo umano deve, a mio avviso,  poter imparare a vivere al meglio delle sue possibilità e riuscendo a soddisfare efficacemente i propri bisogni,  volgendo a proprio vantaggio l’alienazione apparente della tecnica, utilizzando il potere  sublime e dirompente del détournement; tutto questo per poter  portare la propria consapevolezza di sé ad un livello più elevato.


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