sabato 1 dicembre 2012

Roby Guerra e il suo Dizionario della letteratura ferrarese contemporanea (Este edition - La Carmelina)


Con il Dizionario della letteratura ferrarese contemporanea (Este edition - La Carmelina), sua ultima fatica, Roby Guerra incarna nuovamente il ruolo del futurista postmoderno. Non sorprenda quello che in molti considereranno come un facile ossimoro, perché realmente Guerra riesce a far dialogare l’avanguardia estrema con numerose tendenze contemporanee che poco hanno del radicalismo delle avanguardie. Grande merito è quello di presentare un montaggio in cui sono presenti, per dirla con lo stesso Guerra, «autori e personaggi assai noti, noti o poco noti, tutti - però - con valenze creative certamente diverse capaci di passeggiare a Ferrara lasciando impronte significative». Ferrara, certo, è città di grandi tradizioni letterarie, ma qui non c'è la solita scontata selezione di autori già registrati e acclamati dal pubblico o dalla critica ufficiale, ma una scelta assai coraggiosa che affianca figure dalla notorietà ultradecennale (i televisivi Vittorio Sgarbi e Daria Bignardi su tutti) a sorprese assolute degli ultimi anni, o addirittura mesi. Precisa Guerra nel suo “Collaudo postmoderno”: «Abbiamo “spottizzato” consapevolmente autori e personaggi neoestensi nelle loro opere infatti al di là dei metodi scolastici, lineari, veteroumanistici ed ideologici tutt’oggi prevalenti nel panorama intellettuale ferrarese, riflesso naturalmente di certo andazzo nazionale poco aperto se non ostile ai nuovi paradigmi intellettuali - postmoderni - europei e americani…». E allora, se apriamo a caso (ma non troppo) il dizionario di Guerra, può capitare di imbatterci nell’estro rarefatto del futurista Corrado Govoni, o nella sperimentazione polipoetica di Enzo Minarelli, poeta sonoro centese ancora in attività. Ma c’è spazio anche per autori in fase esplosiva, come il “poeta logico” Giovanni Tuzet o il neosituazionista Raimondo Galante. E poi Marcello Simoni, recentissimo premio Bancarella 2012 con “Il mercante dei libri maledetti”, thriller medievale edito da Newton Compton. Proprio Simoni ci lascia ben sperare per il futuro della letteratura, regalandoci intelligenti osservazioni come questa: «Odio sentirmi definire un artista». Certo, sono biografie stringate quelle di Guerra, ma mobilissime e sempre sorprendenti. Che poi questa è davvero la qualità futurista di tutti i testi di Guerra: la noia non esiste, la forza di gravità è cancellata da ogni pagina. Si potrà non essere d’accordo su questa o quell’altra osservazione, ma alla fine non si avrà mai quel senso di pesantezza che troppo spesso ci lasciano ancora oggi – anno 2012 – tanti libracci sponsorizzati dalla critica ufficiale.

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