Con il Dizionario della letteratura ferrarese contemporanea (Este edition - La Carmelina),
sua ultima fatica, Roby Guerra incarna nuovamente il ruolo del futurista postmoderno.
Non sorprenda quello che in molti considereranno come un facile ossimoro, perché
realmente Guerra riesce a far dialogare l’avanguardia estrema con numerose tendenze
contemporanee che poco hanno del radicalismo delle avanguardie. Grande merito è
quello di presentare un montaggio in cui sono presenti, per dirla con lo stesso
Guerra, «autori e personaggi assai noti, noti o poco noti, tutti - però - con
valenze creative certamente diverse capaci di passeggiare a Ferrara lasciando
impronte significative». Ferrara, certo, è città di grandi tradizioni letterarie, ma qui non c'è la solita scontata selezione di autori già registrati
e acclamati dal pubblico o dalla critica ufficiale, ma una scelta assai
coraggiosa che affianca figure dalla notorietà ultradecennale (i televisivi Vittorio
Sgarbi e Daria Bignardi su tutti) a sorprese assolute degli ultimi anni, o addirittura
mesi. Precisa Guerra nel suo “Collaudo postmoderno”: «Abbiamo “spottizzato”
consapevolmente autori e personaggi neoestensi nelle loro opere infatti al di là dei
metodi scolastici, lineari, veteroumanistici ed ideologici tutt’oggi prevalenti
nel panorama intellettuale ferrarese, riflesso naturalmente di certo andazzo
nazionale poco aperto se non ostile ai nuovi paradigmi intellettuali -
postmoderni - europei e americani…». E allora, se apriamo a caso (ma non
troppo) il dizionario di Guerra, può capitare di imbatterci nell’estro
rarefatto del futurista Corrado Govoni, o nella sperimentazione polipoetica di Enzo
Minarelli, poeta sonoro centese ancora in attività. Ma c’è spazio anche per
autori in fase esplosiva, come il “poeta logico” Giovanni Tuzet o il
neosituazionista Raimondo Galante. E poi Marcello Simoni, recentissimo premio
Bancarella 2012 con “Il mercante dei libri maledetti”, thriller medievale edito
da Newton Compton. Proprio Simoni ci
lascia ben sperare per il futuro della letteratura, regalandoci intelligenti osservazioni come questa:
«Odio sentirmi definire un artista». Certo, sono biografie stringate quelle di
Guerra, ma mobilissime e sempre sorprendenti. Che poi questa è davvero la
qualità futurista di tutti i testi di Guerra: la noia non esiste, la forza di
gravità è cancellata da ogni pagina. Si potrà non essere d’accordo su questa o
quell’altra osservazione, ma alla fine non si avrà mai quel senso di pesantezza
che troppo spesso ci lasciano ancora oggi – anno 2012 – tanti libracci
sponsorizzati dalla critica ufficiale.
Antonio Saccoccio
http://www.readmi.it/presentazioni/presentazione-video-dellebook-dizionario-della-letteratura-ferrarese-contemporanea
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