Si parla di bavagli, censure, regimi, dittatori, spesso senza rendersi conto che la censura più grossa è stata quella che ti ha convinto che tu non sei titolato a parlare.
Una volta completata l'opera, non deve seguirti più perché il meccanismo è fatto in modo che sarai tu a censurare te stesso. Per questo trovi legittimo stare seduto ore davanti alla tv, al cinema, ai concerti, a scuola, senza fiatare, perché tu, uno tra molti, non sei quello che sta parlando, per cui... zitto. Ci sarà forse un momento opportuno e in quel momento con molto garbo e cortesia, alzerai la mano, aspetterai il tuo turno e quando ti sarà concesso parlerai.
Ti sembra tutto legittimo? Non lo è.
Ti sembra assurdo e irreale? È la quotidianità.
Ecco perché facciamo (anche) le cene con delitto. Ecco perché spostare la sede delle cene con delitto al cinema (al cinema col delitto!) è un ottimo modo per rendere ancora più evidente questo effetto: l'insonorizzazione della sala cinematografica si strappa con violenza quando viene stuprata dalla viva voce o dal microfono e se quella voce è la mia... beh, è davvero imbarazzante! Devo chiedere il permesso, devo essere davvero sicuro che quello che sto facendo è legale!
Raccontato qui su questo post sembra inverosimile, eppure è questa la nostra esperienza. Durante la serata, il pubblico (che piano, piano, ormai non lo si può più definire pubblico) pone domande ai personaggi e tutte le domande cominciano con la stessa formula: posso chiedere... , vorrei fare una domanda..., volevo sapere...
Sempre.
Per essere sicuri che i presenti se ne rendessero consapevoli, abbiam fatto anche giocosamente notare quest'uso: il commissario ha già detto che potete/dovete far domande, non c'è bisogno di richiederlo ogni volta. Nonostante questo, è stato irresistibile: ogni successiva domanda continuava a cominciare con ridondanti forme di cortesia del tipo 'ti prego, posso parlare...'
Si capisce allora la necessità di strutturare anche una banale serata di intrattenimento; lasciando facilmente fruibili i contenuti, si può lavorare sul setting, il luogo e la forma fino al punto da diventare complici della più grossa rivoluzione della comunicazione che si possa attuare in questo periodo postmassmediale: la creazione di un paradigma dello spettacolo molti a molti. Sia chiaro, non è ozioso: se l'abitudine a questa struttura comunicativa è trascinata fuori dal contesto performativo direttamente dentro la vita, la rivoluzione è compiuta!
Questo è il compito dell'arte d'avanguardia oggi e questo è quello che facciamo al cinema con delitto.
Avanguardia di massa, infatti la rassegna è proseguita con ottimo riscontro di pubblico (fino alla terza serata) e con abboccamenti con altre sale; diciamoci la verità: escono serate davvero divertenti!
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