Per la Gepas
(editore siciliano) è appena uscito Pulsional
TransArt, piccolo grande omaggio ma in feedback
per così dire (quasi tutti critici e artisti militanti) allo storico d'arte e
scrittore Vitaldo Conte, romano, docente per tanti anni all’Accademia di Belle
Arti a Catania e dal 2012-13 a Roma.
Nel volume
contributi vari (anche poesie visive e grafiche di rara bellezza almeno
«plastica») di figure quali Carmelo Strano (prestigioso storico dell’arte
d’avanguardia), Giovanni Sessa, tra i filosofi ed estetologi più culturalmente
“scorretti” in Italia del nostro tempo, Marco Fioramanti, animatore di preziose
riviste d'area. Ma ci sono anche Orazio Parisi, Simona Di Bella, Maria
Gabriella Adamo, Michele Romano... e non ultimi, Antonio Saccoccio e Stefano
Balice, i rivoluzionari net.futuristi del web e ricercatori cyberculturali, tra
i più avanti della Rete, e Roby Guerra, scrittore e promotore del nuovo
futurismo (edito anche da Armando di Roma).
Pulsional TransArt diviene un autorevole
quasi-manifesto collettivo e di intenzionale divulgazione programmatica delle
ultimissime avanguardie italiane del nostro tempo: non a caso TransArt è presentato come complementare
al volume stesso di Vitaldo Conte (antecedente di alcuni mesi) Pulsional Gender Art (Avanguardia 21
ed., Roma) e precede Pulsional Ritual
(in pubblicazione con Gepas) ... number 3, scritto dallo stesso Conte con
Giovanni Sessa.
Questi testi
costituiscono una analisi ardita e globale, ricognizione inedita su lacune
critiche degli ultimi decenni di alcune avanguardie estreme, pur ben decollate
in certo underground e overground: avanguardie perturbanti e
semplicemente diversamente scandalose.
Tutti almeno
nell'arte contemporanea conoscono – fiorite verso fine secolo – certe poetiche
liminari, visive e sonore, certe espressioni performative particolari post Body
Art, ciberpunk eccetera, sorta anche di superpop capace di assimilare sia certa
fenomenologia erotica, se non porno, sia certi orizzonti postmoderni se non
postumani e neofuturisti stessi. Gli esiti estetici sono chiaramente effetto e
sublim-azioni d'arte dalla/nella mutazione postindustriale e elettronica, nuove
gestalt e percezioni tra le “cose”
umane e sociali.
È in emersione,
dopo Conte e colleghi, una nuova possibile ma multipla e quasi Terza
Avanguardia, dopo quelle storiche e quelle del secondo Novecento, sia più
radicali nella creazione o invenzione o rappresentazione estetica, sia
socialmente anti-ideologiche e quasi sorta di human-hackers on line e off.
Porno Art, Dangerous
Art, Cybersex, Nuovo Rumorismo,
Net.futurismo, tra parola e azioni performative, computer music, eccetera
segnalano una nuova paradossale arte (o anche oltre-arte) del nostro tempo che ha fatto tabula rasa di logiche del
senso, del segno, del significante, per ricombinare il medium messaggio nella
pura vertigine desiderante: automaticamente sovversivo (e tecno-sovversiva è
definita da certa critica questo nuovo magma delle avanguardie in questione).
Per intenderci
la poetica cinematografica di un Peter Greenaway pare quasi un registro di
sistema dei nuovi trans-artisti: ma nulla di postinformale o tardoconcettuale.
La ricerca della
Nuova Bellezza è una sublime azione letterale e intenzionale, i
software... nei vari (oltre allo stesso
Conte attraverso il suo avatar
Vitaldix con le T Rose) Helena Velena, Laika Facsimile e diversi altri
intercambiabili in un certo senso. Lo stesso Roby Guerra con la sua poesia
visiva Moana Lisa Cyberpunk, quasi il
suo volume omonimo di fantaporno, qua in versione nanocompressa (Diversa
Sintonia), sconcertante e ammaliante secondo critici d'arte science fiction quali Battisti e persino
Futurshock, affascinante e storica
rivista del genere, diretta da A. Scacco, fantascienza cattolica, pure appunto
capace di citare un volume trans art
simile... (cybersex nello specifico). Chiaramente l'iniziazione simbolica di
una nuova umanità è figlia sia della Rete sia della libertà, in fondo la X di
cui parlano i Trans-artisti quale metodo iper-scientifico del fare arte
oltre-arte (Saccoccio e Balice) nel XXI secolo.
E la stessa Rosa
di silicio d'oro (costante nelle stesse splendide poesie
visive-covers-locandine dello stesso Conte), sempre archetipo ma dinamico dell'estetica
del pornoneuromanticismo, dello stesso Vitaldo Conte, spine incluse, da
Valentine de Saint Point a Moana Pozzi al sogno indicibile di Freud e Lou
Salomé (e la conoscenza come Eros...), la macchina-corpo senza organi di
Delouze o Baudrillard aggiornate,
multiple, ora senzienti e innamoranti, «Cavalcare la tigre» della
Modernità Duemila, con la velocità magari del Ghepardo... «Eppur si... Ama».